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24 Giu

Organo Tamburini del Duomo di Messina

Il Duomo di Messina testimonia di una città ferita, schiantata prima dal terremoto del 1908, poi dagli eventi bellici del 1943, e della sua volontà di risollevarsi e l’organo Tamburini ne da la prova.

Non molti sanno che, al suo interno, ospita uno fra i più grandi organi al mondo e il secondo in Italia. La ricostruzione post terremoto aveva dotato la Chiesa di un primo imponente strumento commissionato al più famoso organaro del tempo, Giovanni Tamburini.

La fabbrica Tamburini,  fondata nel 1893, era all’epoca la più all’avanguardia fra le case produttrici. Il fondatore aveva  tra l’altro ideato un sistema di trasmissione elettrica (in sostituzione dell’antiquato congegno meccanico) che veniva utilizzato per tutti gli organi usciti dalla sede di Crema.

Il 13 giugno 1943 gli incessanti bombardamenti anglo-amercani danneggiavano Messina e il Duomo, monumento simbolo della ricostruzione. Al suo interno l’organo, inaugurato solo 10 anni prima, veniva irrimediabilmente lesionato. L’8 agosto 1948, grazie alla tenacia dell’Arcivescovo Pajno, un nuovo strumento sostituiva l’esemplare danneggiato durante gli eventi bellici.

L’organo Tamburini: “la macchina meravigliosa”

Ancora oggi possiamo ammirare la bellezza e la complessità di questa “macchina meravigliosa”:

  • dotata di 5 manuali da 61 tasti;
  • una pedaliera da 32 tasti;
  • La consolle che comanda i 169 registri è collocata nel transetto a destra, ma può essere spostata entro un raggio di 20 metri.

Impressionante è il numero di canne: ben 15.700 divise in 6 corpi, delle quali la più grande ha un diametro di 30 cm. alla base e un’altezza di 10 metri.

Inutile dire che, per un corretto funzionamento, tale mastodontico strumento necessita di un’enorme quantità di aria assicurata da mantici supportati da 6 motori.

Come nel caso del suo predecessore, anche l’attuale organo  utilizza un sistema di trasmissione elettropneumatico che favorisce un’impeccabile combinazione di suoni. Inoltre il raggruppamento delle canne in 6 corpi, dei quali 5  disposti nel transetto ed il sesto al di sopra del portale principale, garantisce un effetto multistereofonico.

Tutto ciò  assicura un impasto timbrico di grande varietà e ricchezza a conferma del grande valore di questa complessa “macchina meravigliosa”.

Caterina De Simone (Nunzi Bonica per la traduzione in inglese)

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