Il naufragio di Sant’Antonio a Milazzo
Il 27 marzo si commemora il naufragio di Sant’Antonio a Milazzo.
Nel 1220 Fernando de Bulhões entra a far parte dell’ordine francescano con il nome di Antonio. Nello stesso anno decide di andare in missione in Marocco. Qui purtroppo il frate deve rinunciare alla sua missione di predicazione a causa di una grave malattia, motivo per cui è costretto a rientrare in patria, in Portogallo.
Il naufragio di Sant’Antonio a Milazzo
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In occasione del suo viaggio di ritorno, nell’inverno del 1221, durante una forte tempesta, il veliero sul quale viaggia raggiunge la costa orientale siciliana fra Milazzo e Messina .
Secondo la tradizione, il veliero sarebbe naufragato a Capo Milazzo, in quella baia che oggi prende il nome Sant’Antonio. Il frate sarebbe stato soccorso da alcuni pescatori del luogo e presumibilmente riparato in una grotta utilizzata dalla gente del posto. Questo luogo diventerà successivamente una chiesa dedicata al Santo.
Successivamente, recuperate le forze, Antonio raggiunge il convento dei suoi confratelli a Messina e da lì si recherà a piedi ad Assisi per assistere al Capitolo Generale convocato da Francesco (San Francesco D’Assisi).
Il naufragio di Sant’Antonio a Milazzo: la commemorazione
Sono trascorsi 800 anni da quel naufragio dell’inverno del 1221 e, per ricordare quell’episodio, una preziosa reliquia di Sant’Antonio raggiungerà la baia del Capo.
Sarà il Rettore della Basilica di Padova, Padre Oliviero Svanera assieme ad una delegazione, a portare questa preziosa reliquia.
La scelta del 27 marzo non è casuale. Papa Francesco, infatti, il 27 marzo dell’anno scorso ha paragonato la crisi della pandemia ad un naufragio: tutti i sopravvissuti hanno il dovere morale di dare il loro contributo per il bene comune.
Questo il messaggio del Pontefice:
«Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. […] così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme».
Il naufragio di Sant’Antonio a Milazzo: il legame con la pandemia
Vi è un tragico legame tra le vicende del Santo e l’attuale stravolgimento dovuto alla crisi innescata dall’epidemia di COVID.
Anche noi, come il Santo, siamo naufraghi spiaggiati.
Anche noi come il Santo, dobbiamo avere la forza ed il coraggio di riprendere il nostro cammino.
Cammino di speranza, di fede, di ritorno ad una vita normale.
Per questo motivo la data prescelta ha un fortissimo valore simbolico.
E, la memoria torna ad una piazza San Pietro deserta e silenziosa sotto una pioggia sottile mentre un Papa, da solo, pregava per il mondo, stravolto da una pandemia che lo ha cambiato per sempre.
Le celebrazioni del 27 marzo vogliono essere un momento di ricordo per le vittime della pandemia, ma non solo.
Vogliono anche ricordare tutte le vittime sconosciute dei naufragi di fragili imbarcazioni cariche di immigrati in fuga, in cerca di una sorte migliore, e che affidano a persone spregiudicate il loro destino.
Ciò vuole anche essere un modo per commemorare i “naufragi” materiali ed emotivi derivanti dalla pandemia.
Intenso è il programma di manifestazioni previste a Milazzo per l’arrivo delle reliquie. Per seguire in diretta l’evento, clicca qui.
Renata Caminiti