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Saint Saviour Monastero Santissimo salvatore Messina
3 Dic

Il monastero Santissimo Salvatore in “lingua phari” di Messina

Il monastero Santissimo Salvatore nella falce di Messina

Il monastero Santissimo Salvatore in lingua phari  di Messina fu costruito in prossimità della falce del porto nella penisola chiamata San Ranieri. La sua edificazione risale al regno di Ruggero II fra il 1022 ed il 1132.

L’istituzione del monastero Santissimo Salvatore è legata alle vicende storiche connesse con la figura di Bartolomeo da Simeri. Egli era monaco di Rossano Calabro e fondatore del monastero di Santa Maria Odigitria nota come Patirium. Secondo una biografia, Bartolomeo ricevette l’incarico da Ruggero di fondare un nuovo monastero basiliano nella città di Messina.

Nel 1131 Ruggero II dispose che il monastero assumesse la denominazione di archimandritato, quindi sotto di esso furono riuniti inizialmente 35 complessi  fra chiese e monasteri, ma questo numero nel  tempo crebbe e raggiunse 62 monasteri.

Un consistente potere

Luca era discepolo di Bartolomeo, che lo aveva designato a ricoprire la carica di  primo abate del monastero Santissimo Salvatore. Questa vicenda portò ad una vera rinascita culturale nel segno della migliore tradizione bizantina. Messina divenne un centro artistico tra i più vivaci e produttivi, infatti si distinse per la presenza di un’ottima scuola di arti e mestieri legati alle attività calligrafiche. Luca fondò il primo nucleo della biblioteca del monastero SS. Salvatore, con i codici portati dai monasteri che dipendevano dall’archimandrita ed altri ancora vennero prodotti nello scriptorium.  Molte delle opere riprodotte dai copisti attivi nel monastero rappresentano un nucleo importantissimo di codici di matrice bizantina. Purtroppo questa eredità si è persa nel tempo lasciando a Messina soltanto 175 volumi.

Un rifugio sulla falce di Messina

Dal punto di vista militare il monastero svolse anche un ruolo di baluardo difensivo. Nel 1342 fu l’ultimo rifugio per i rivoltosi che si erano opposti al duca Giovanni, il vicario del regno. Nel 1356 fu nascondiglio delle truppe angioine, che erano sbarcate nuovamente in Sicilia dopo i Vespri.

La sua demolizione

Nel XVI secolo, Carlo V decise di demolire il monastero e di costruire

Cripta

Cripta del Monastero SS. Salvatore

al suo posto una fortezza. Gli  interessi militari venivano anteposti a quelli religiosi.

Qualche anno più tardi, a seguito di un fulmine che distrusse anche la chiesa, si scelse di costruire un nuovo monastero sulla sponda opposta, nella zona dove oggi ha sede il  Museo Regionale.

Durante i lavori di costruzione del nuovo museo è stata messa in luce la cripta che si trovava sotto la navata della chiesa del monastero. La cripta mostra sedici nicchie-colatoi usati per la mummificazione dei corpi.

 

Dell’originale monastero del SS. Salvatore in lingua phari si conserva memoria nella “Crocifissione” di Antonello da Messina, oggi al Muzeul National Brukenthal, Sibiu, Romania.

Sonia Fazio (Brigida Carrubba per la traduzione in inglese)

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